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Licei e Accademia della Crusca a Palma Campania

Gli alunni del Liceo di Terzigno e del Liceo A. Rosmini di Palma Campania in un evento culturale: Accademia della Crusca. L'italiano: lingua ricca di storia.

Utente GIUSEPPE PIRONTI

da Giuseppe Pironti

Docente

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In una società sempre più tecnologica che ci spinge a fare tutto in modo veloce dove per comunicare si ricorre sempre più frequentemente ad abbreviazioni, acronimi e emoticon, riflettere sull’importanza dello studio della lingua italiana si rivela un’occasione che ci aiuta a ritrovare quell’equilibrio interiore fondamentale per valorizzare ciò che conta davvero nell’ambito di una corretta e chiara comunicazione.

A tal proposito l’Associazione “La Fenice” di Palma Campania ha organizzato un interessantissimo evento culturale il 5 aprile 2024. Tema della manifestazione: Accademia della Crusca. L’italiano: lingua ricca di storia.

 

L’incontro si è svolto in uno splendido giardino di un’antica villa di Palma Campania. Immersi nel verde e nel profumo dei fiori e tra le dolci note musicali, gli studenti del Liceo di Terzigno e del Liceo  Rosmini di Palma Campania sono stati i veri protagonisti della giornata impegnati sia in una lezione interattiva sia in un percorso peripatetico sulla lingua italiana entrambi curati dal prof. Nicola De Blasi. Dopo i saluti istituzionali dell’Avv. Italia Ferraro, Vicesindaco del Comune di Palma Campania, della Prof.ssa Rosaria Murano, dirigente I. S. Striano-Terzigno di Terzigno e della Prof.ssa Maria Grazia Manzo, dirigente I. S. I. S. “A. Rosmini” di Palma Campania  e i ringraziamenti ai partecipanti, i discenti hanno seguito con vivo interesse l’intervento del prof. Nicola De Blasi, accademico della Crusca e docente di Storia della lingua italiana presso l’ateneo “Federico II” di Napoli.

Il professore attraverso un excursus sulla storia della lingua italiana si è soffermato sull’importanza dello studio della lingua del Bel Paese. La lingua italiana, come ogni altra lingua romanza, deriva dal latino. È una lingua ricca e articolata. È doveroso studiarla. Comprendere il significato di ogni parola, scoprire la sua origine ci permette di compiere un viaggio interiore che porta una viva luce sulle nostre origini. Le parole penetrano dentro di noi lasciando una traccia indelebile. Non esprimono solo concetti e idee ma trasmettono emozioni. Difendere la nostra lingua dagli anglicismi che la stanno contaminando significa proteggere la nostra identità e la nostra cultura. Se la nostra lingua gode di fama internazionale lo dobbiamo al sommo poeta Dante Alighieri, padre della lingua italiana. Con la sua Commedia, il poeta fiorentino ha fatto primeggiare uno dei volgari italiani, gettando le basi per l’unificazione linguistica della penisola. Molto Interessante è stato l’intervento del prof. Michele Andonaia che ha sempre nutrito una particolare predilezione per il poema dantesco. Il prof. con sua formazione umanistica ad indirizzo archeologico ha sottolineato il potere straordinario della parola nella Commedia. «La Comedia è un aggrovigliato dipanarsi di parole, mai farraginoso, mai banale. E nello spazio crono-verbale che intercorre dal primo verso: “Nel mezzo del camina “Uscimmo a riveder le stelle” si dipana l’intreccio meraviglioso della parola, la sua forza allegorica, il suo potere sacro. Una sacralità da ricercare attraverso il raggiungimento della perfezione, in un climax ascensionale che ricongiunge al Creatore, unico detentore della perfezione.»

Infine, l’Associazione “La Fenice” ha omaggiato il prof. Nicola De Blasi di una pregiata copia della Commedia curata nella prefazione dal prof. Andonaia. A conclusione, su invito dei presenti, il prof. De Blasi ha declamato alcune terzine del canto X dell’Inferno:

O Tosco che per la città del foco
vivo ten vai così parlando onesto,
piacciati di restare in questo loco.

La tua loquela ti fa manifesto
di quella nobil patria natio
a la qual forse fui troppo molesto».

Subitamente questo suono uscìo
d’una de l’arche; però m’accostai,
temendo, un poco più al duca mio.

Ed el mi disse: «Volgiti! Che fai?
Vedi là Farinata che s’è dritto:
da la cintola in sù tutto ’l vedrai».

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